Riconquistare noi stessi è possibile?

Cari amici di Vanity Fat,

oggi scrivo per un motivo vanitoso.


In comune noi tutte abbiamo il rapporto verofalso con la nostra immagine.

Questo può essere uno di quegli elementi che non ci rende sostanzialmente uguali alle donne magre.
Dopo infinite relazioni virtuali con oversize in cerca di conferme è saltato fuori dal buco il ragno che tesse la nostra stessa tela.

Il tessuto di vanità immaginario che ci lega distrugge la realta’ dinanzi allo specchio di un camerino sempre troppo stretto.


Il minimo comune multiplo che gestisce le nostre aspettative e’ l’immaginazione.
A volte può essere determinante per uno slancio creativo, altre volte ahime’ distruttivo al momento dell’impatto con la realtà.
E’ vero che l’obiettivo ingrassa e che in cam siamo tutti in sovrappeso di 10 kg ma il rapporto con la nostra immagine comprime una distorsione di fondo.
Mentre una donna magra s’immagina cosi’ com’è noi donne ( e uomini) oversize abbiamo una visione di noi stesse separata. Dentro alcuni di noi vivono due bambine, donne, sorelle nemiche.
La prima invisibile è figa da far paura al piu’ maschio del paese. La seconda, quella grassa vive in uno stagno, con la sua coroncina da ranocchiona. La piú bugiarda delle due è forse quella che arriva prima tutte le volte che ci guardiamo con occhi esterni. E’ quella che entrando in un negozio resta consapevole di poter entrare nei jeans con 4 taglie in meno. E’ quella che quando vede arrivare una commessa con un vestito a sacco di patate misto a cipolle, pensa gloriosamente: è troppo grande per me!

Chiedetevi perchè non rifiutiamo l’idea di mangiare ancora patatine fritte e hamburger nonostante i 60/80 kg di troppo.
Spesso le donne magre ci guardano con compassione. Talvolta incuriosite dal nostro coraggio di buttare la nostra vita nelle braccia di piatti da sogno (incubo per le donne carota). Loro rinunciano e noi…non siamo terrorizzate.
Ebbene si, svelato il mistero.
Camminiamo con i nostri 130 kg per le strade dell’incoscienza, vaneggiando con miss immaginazione, senza sapere che quella donna 60,90,60 non saremo mai noi.

Spero che ognuna di noi diventi cosciente di quanto sia importante conoscersi, avere fede nel proprio spirito creativo. Il mio dottore, Doctor AP, lo dice spesso durante le sue lezioni di comunicazione:
“Ci hanno tolto la speranza, la coscienza della conoscenza.”
Ed io chiedo a me stessa e a tutte noi #donnegrasse#donnemagre:
Quanto desideriamo riconquistarci?