Zen e Zan. L’Italia comoda che vorrei. E tu?

Oggi finalmente é uno di quei giorni in cui accendo lo schermo del mio PC e inizia a illuminarsi il giardino delle farfalle nello stomaco. Nei giorni passati ho aperto una diretta in cui si parlava di destinazioni comode. Alcuni partecipanti sono entrati direttamente in sintonia con quello che cercavo di spiegare. Anche se a dirla tutta, spesso mi sono persa nelle risposte senza completare i pensieri iniziati. Non é facile per tutti essere social. Ho pensato Infatti a quanto è bello restare se stessi anche qui. Seppur con qualche filtro perché mi piacciono i Rossetti e le ciglia lunghe. Da morire!

Quanto stanca oggi essere a passo con i trend?

‌Tutto scappa e a volte sfugge.

Pesa di più un sogno o un pregiudizio?

‌Tornando alle destinazioni comode qualcuno mi ha domandato: L’Italia è comoda?

‌Principalmente sono una grande sostenitrice del turismo dei borghi. Delle periferie. Perché questi luoghi conservano la vera magia: la gente. I profumi di casa. Delle abitudini e delle feste di quartiere. Il cibo locale. La voglia di fare. Fare realtà. Quindi la mia risposta a questa domanda sulla destinazione Italia è: voglio scoprirlo.

‌ Ieri invece c’è stata una diretta per dare un leggerissimo contributo alla giornata mondiale contro l’omofobia.


‌Per me New York è stata comoda anche per questo. Ho visto sfilare uomini vestiti da sirenetta al supermercato, in piena libertà e l’omosessualità io l’ avvertivo come un bouquet di fiori in un “today is my wedding, but today is everyday.

Non ho mai in realtà sentito dentro me la differenza tra essere etero o no. Io credo nell’amore come se fosse un evento straordinario. Potrei innamorarmi di un uomo e di una donna ogni giorno.

‌ A colorare la serata del 17 maggio di Instagram è stato l’ospite che nessuno si aspettava.

Uno stilista, artista dalla culla, con la libertà sessuale marchiata a fuoco sul cuore. Nicola Bia #nonsonodonatella che, con fare sempre vanitoso, ha avuto la forte capacità di raccontare con leggerezza la sua esperienza di ragazzo obeso e omosessuale. Bingo!


‌Due piccioni grossi con una Fava piccola piccola: l’ignoranza.

Gli ho chiesto di parlarmi di un aneddoto che non ha digerito nella sua vita.

È stato intenso.

È ha colpito il mio stomaco quando si è soffermato sulla necessità del nostro paese, nelle nostre famiglie, nelle scuole, di continuare a potenziare la lotta alla diversità.

Io – racconta l’artista- dovevo scegliere. O andar via nel cielo oppure reagire. Chi non ce la fa a volte si toglie la vita. E con tutto quel coraggio lascia al mondo il coraggio che il mondo non ha avuto. Perchè diciamolo: cosa spinge un essere umano a ferire?
‌abbiamo bisogno di una Legge Zan nel 2021 per bloccare i nostri istinti di cattiveria? Come puó ancora oggi colpire cosí forte la violenza?
‌sono favorevole e grande supporter di questa legge ma non riesco a digerire la realtà che ci circonda ancora affannata all’idea di accettare che siamo persone libere, ognuno con i propri diritti e differenze affascinanti.
‌A tutti coloro che ancora si chiedono se vado a letto con un toro o una mucca gli chiederei di andare a lavare le tapparelle! Ma davvero vi importa saperlo per essere felici? Ma davvero preferite un mondo che si nasconde dietro una cerniera di jeans?

‌Nicola Bia è una persona da raccontare, non basterebbe un blog lungo venti anni.
‌Ma ho scelto lui per questa diretta anche perché, lui che dice di essere nato con il fondotinta, del suo essere donna non ha mai fatto mistero e ogni sua forma d’arte esprime un taglio al passato con uno sguardo ad un presente brillante. Leggero. Ironico. Mostruosamente vivo.

‌Purtroppo non è cosí facile per tutti e per me questa parte d’Italia anche deve diventare comoda.


‌ Una destinazione aperta. Senza misure. Pacifica. Zen oltre che Zan.

‌Ecco. Questo è il viaggio che farebbe davvero sentire ogni persona a casa.
‌Un posto al sole, lontano dai pregiudizi.

Nicola ci  ha salutati così:

‌  “Lasciamo che l’amore sia la violenza più forte”.