Terre gentili: Aci Trezza con Carla Verga

Buongiorno a tutti. Eccomi di nuovo con voi per sbirciare attraverso la finestra dei vostri occhi. Sapete dove vi porto questa volta? Nella terra del mito per eccellenza. Aci Trezza.

Aci Trezza è un piccolo borgo di pescatori vicino Catania che trova negli scogli e faraglioni il racconto di Omero e del suo personaggio Ulisse con il gigante da un occhio solo.

Piccola parentesi. Io mi sono sposata lì e mio figlio si chiama Ulisse in terza battuta, come unico nome scelto da me per un maschio, ma mai dare per scontato il finale. Infatti, il mio primogenito ha deciso di nascere quasi 20 giorni prima per Sant’Achille  nome del nonno paterno. Contento lui.

Torniamo al nostro borgo marinaro pieno di colore, di barche variopinte con nomi femminili dedicate dai pescatori alle proprie donne.

Qui ancora sopravvive l’ultima famiglia di maestri d’ascia, di cui nonno Salvatore è stato riconosciuto tesoro umano vivente della Sicilia.

La lunga passeggiata al profumo di mare che costeggia la scogliera è un viavai di turisti estasiati dal panorama e incuranti del sole a picco sulla loro testa e spalle.

Tre chioschi irrompono per offrire una sosta premio con granite di tutti i colori e sapori con relative brioche cu tuppo e/o mafalda. 

Insomma, il nero della pietra lavica è addolcito dalla tavolozza di un arcobaleno.

Sul lungomare c’è una scuola di pittura miracolosa. Entri che non sai disegnare e ne esci artista a tutto tondo grazie al nostro maestro Salvo che per premiarci organizza mostre a tinchitè.

Aci Trezza è salita alla ribalta grazie al film La terra trema del 1948 di Visconti. I Malavoglia del mio illustre Zio, la storia di una famiglia e dei pescatori del borgo hanno capovolto le sorti degli abitanti, diventati per l’occasione tutti attori bravissimi e autentici nella loro interpretazione, come da video troppo divertente.

Oggi ancora si incontrano questi personaggi genuini con il sorriso sul viso bruciato dal sole, come quello di Bastiano “u signuri” che ti portano sui faraglioni con la barca a remi per fare un bagno speciale con vista del paese dal mare.

E poi…un suono nuovo all’orecchio del visitatore. Un suono che porta codici cifrati e riti antichi di buon augurio. 

Parlo della brogna, una conchiglia meraviglia della natura dai colori madreperlacei e dal suono caraibico, che oggi si può ascoltare grazie ai tanti  amatori delle tradizioni all’alba dei giorni di equinozio e solstizio.

L’ Acitrezza nascosta alla vista dei passanti è la strada dietro la Chiesa di San Giovanni che conserva la vera anima del paese e dove  vivono i Trezzoti Doc.

Vi aspetto per farvi vedere tutto questo e molto altro.

Un abbraccio dalla vostra inviata speciale. 

Carla Verga