Turismo gentile per una Gioia accessibile.

Roma, 31 marzo 2022.

Durante la mia permanenza di lavoro a Roma ho camminato per la prima volta con una leggerezza nuova. Roma in questo periodo dell’anno è vivida di turisti stranieri. L’effetto post pandemia ha fatto rinascere il forte desiderio di viaggiare con nuove aspettative. La crisi che ci siamo lasciati alle spalle ha fatto rinascere il bisogno di muoversi, di ricominciare a stupirsi. Ho iniziato a sperimentare un nuovo concept di viaggio, che come ho già scritto nel precedente post ho hashtagghizzato come Beauty moving.  Dai primi passi con la primavera ho avuto la sensazione infatti che la fretta del Bianconiglio, tipica degli ex viaggiatori, sia stata sostituita dalla voglia di meravigliarsi di Alice. Inversione di tendenza per i protagonisti del viaggio. Il periodo che stiamo vivendo e il tunnel da cui stiamo cercando di uscire, marchiato dal numero 19, ha scavato un solco nelle vite delle persone, il comune vuoto da riempire con nuove esigenze in valigia. La ricerca del piccolo, del semplice, del vicino, è stata alimentata tanto da aver generato una nuova dipendenza emotiva che scatena un’irrinunciabile desiderio di ricominciare a stare bene con se stessi. L’associazione Zeroventuno ha sostenuto negli anni passati momenti di incontro e attività formative con lo scopo di sviluppare strumenti per la gestione dei conflitti. Ricordo ancora con grande ammirazione quando il Dott. Prudentini già dal 2012 valorizzava il concetto di gentilezza sul nostro territorio. Gentilezza che oggi più che mai va tracciata tra le strade.

Oggi sono in Piazza di Spagna. Le strade di Roma sono accessibili anche ai più pigri, con le sue strade piatte. Dopo aver superato la fontana Bracaccia di Bernini, ho affrontato dolcemente i quasicento gradini della settecentesca scalinata Trinità dei Monti e una volta salita fino in cima, mi sono regalata una rosa rossa. L’ho acquistata da uno dei tanti venditori ambulanti che siamo abituati ad evitare. Ho fatto la fila per fare una foto dal muraglione che offre una vista da innamorati con il cuore della città sotto gli occhi, spezzato da Via Condotti. Al mio fianco l’obelisco Sallustiano di 14 metri.  Ho aperto il libro di poesie che mi ha regalato l’amico poeta Nuccio Castellino e ho respirato la vita dall’alto.

Ho scelto una poesia a caso della raccolta I versi ritrovati I fiori tra i sassi-  come se aprissi l’oracolo dell’I-Ching e ho immaginato di ascoltarla ad alta voce. Sfondo musicale: le lingue parlate dalla gente che mi circondava. Inglese, americano, francese, mamma, bambini, fotografo, marocchino. Fermarsi e godere di questi piccoli momenti è stato prezioso, ma prezioso ancor più lo sono stati i sorrisi della gente, del rivenditore di pizza al taglio, di biglietti Atac, dello scrittore che mi ha accompagnata spontaneamente a Villa Borghese, della signora con il mantello verde petrolio che mi ha indicato la strada per poi raggiungere Termini. Per Mario e Gianluigi, i poliziotti che mi hanno invitata ad alzarmi dai gradini di piazza di Spagna senza quell’ autorevolezza prepotente che lascerebbe l’amaro in bocca a chiunque. Ho immaginato e riflettuto sulla capacità persuasiva della gente che abita una città. Di come Gioia del Colle, il mio paese natale, potrebbe diventare una destinazione sorridente, che brilla con il suo nome, anche grazie ai suoi abitanti. E quanti si sentirebbero coinvolti nel diventare volontari per il territorio? Imparare a sostenere la comunità con un’accoglienza accessibile prodotta da noi residenti che camminiamo per strada, abitiamo i quartieri. Si chiama Turismo Gentile ed è un movimento che già in altre regioni d’Italia ha iniziato a muoversi lasciando traccia di rivoluzione umana, scavalcando le barriere del clima politico e sanitario internazionale. Un turismo non invadente, autentico, inclusivo, capace di generare ricchezza, rispettando l’ambiente e le persone. Un modo di fare turismo che contribuisca allo sviluppo sostenibile di un territorio, adottando come linee guida gli SDGs dell’ Agenda 2030 e che consideri la Carrying Capacity il limite dentro il quale autorità locali, residenti, operatori del settore e turisti devono interagire, per ottimizzare al massimo l’esperienza turistica. L’obiettivo comune potrebbe essere quello di diventare una comunità resiliente con i suoi habitat aperti. Io lancio questo messaggio che a breve riaprirò con le porte dell’associazione Zeroventuno. Bellezza significa anche questo, credo. Essere partecipi nella creazione di nuova bellezza. Condivisione.”

Tiziana Resta