L’amore dei diversamente soli.

Nello scenario femminile della grandi donne, la mia revolver piena di fiori spara al centro della vita di una Stella che ha fatto brillare il mondo intero, custodendo fino al suo ultimo respiro il grande sogno di ritrovare suo padre. In questa affannosa ricerca, il testimone dell’amore è passato da una storia all’altra, la cui sintesi ha riportato la dolce e tenera Marilyn Monroe a danzare sulle punte di relazioni disperate, in cui l’abbandono, la violenza e l’opportunismo hanno fatto di lei un firmamento oscurato nel cuore. Tutto il mondo ha amato Marilyn Monroe. I cartelloni pubblicitari, il cinema, la tv, l’intero sistema dei media non sono stati mai abbastanza tenaci da tenere l’amore per se stessa al sicuro. Cosa c’è di più importante nella vita di ognuno di noi dell’amore ricevuto dai propri genitori e – aggiungerei – di quello mancato? La mia storia approda al cinema, il canale, a mio avviso, più potente della cultura umana. Quando mi sono trasferita a New York per un arco di tempo della mia vita, ho avvertito la sensazione di sentirmi a casa. Fin dal primo momento in cui ho mosso il primo passo tondo a Pennstation, la stazione della 7th avenue 42 street, ho camminato mano mano con la mia fantasia, ritornando sulle scene dei films che da sempre hanno fatto brezza nel mio e nell’inconscio collettivo. Ma Casa dov’è? Recita una canzone di Jovanotti Lorenzo Cherubini. Casa è dove ci sentiamo amati, a nostro agio, protetti. Un investimento su se stessi che non ha bisogno di grandi spazi ma di essere arredato con cura, nel dettaglio, senza tralasciare l’opportunità di farci ordine e di ripulire la polvere di vecchie storie per dare spazio ai nuovi ospiti: gli eventi.

Spesso mi capita di parlare con donne che soffrono per amore. Ultmamente è anche diventata popolare la figura del Narcisista Patologico, come tallone di achille su cui scaricare tutte le disfunzioni di una relazione. Il mio desiderio invece è quello di mettere l’accento anche sulla figura dell’altruista patologico. Uno schema mentale che ci fa innamorare dell’idea dell’amore che vogliamo ricevere, accompagnandoci a diventare estremamente povere di noi stesse. In una forma di dedizione e di insano mancato egoismo che spodesta la nostra personalità dal ruolo di Regina di Cuori. Se potessi parlare con Marilyn oggi le direi che se ce la faccio io, potrebbe farcela anche lei. Ho iniziato da qualche dozzina di mesi a fare spazio nel mio grande spazio interiore, viaggiando verso luoghi che possano portarmi bellezza, incontri consapevoli, inebrianti. Ad essere impegnata con le mie cause sociali, come la libertà dagli stereotipi e con una penna a disegnare ironia. Appuntamento fisso con l’amico/a dell’orgasmo mentale e dello stare bene, il nutrizionista e il coach di mindfullness.

L’amore, la dolcezza, le carezze mai ricevute, ancora mi mancano, mi ci vorrei appendere come Tarzan dal mattino alla sera, ma la liana è un utopia mentre la vita è un palcoscenico in orizzontale che non ci permette di aggrapparci a nulla se non alla strada che scegliamo in modo consapevole di percorrere, uomini e donne inclusi, qualora decidessimo di non essere diversamente soli.

Vi salutocon la mia opera dal titolo “Honey Moon” dedicata all’amor proprio che recita così:

“Se l’amor proprio avesse la forma della luna, la tua sarebbe sempre piena.”

Tecnica mista: pittura, scultura, fotografia, arte digitale.

Ceramica 15*15 cm. Alla base pietre di mare dipinte con smalti per ughie, acrilici e inchiostro.